Pensiero del nostro Luogotenente in occasione del Pellegrinaggio in Terra Santa, che compirà insieme agli altri Luogotenenti di lingua Italiana

Mi accingo a partire per Gerusalemme, insieme agli altri Luogotenenti di lingua italiana, per un pellegrinaggio che va ben oltre la semplice visita.
Il nostro viaggio rappresenta un atto di solidarietà concreta verso i fratelli e le sorelle cristiani della Terra Santa, duramente colpiti dalle conseguenze del conflitto. La nostra presenza vuol essere un segno tangibile di vicinanza e sostegno in un momento di bisogno.
La nostra è una vera e propria missione, un impegno spirituale e morale: stimolare non solo i confratelli e le consorelle dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ma anche tutti i fedeli, a riprendere i pellegrinaggi in Terra Santa, nonostante la complessa situazione geopolitica attuale.
La ripresa dei pellegrinaggi è fondamentale per la sopravvivenza economica di molte famiglie cristiane, il cui sostentamento dipende dal turismo religioso.
Il nostro viaggio può fungere da catalizzatore, incoraggiando altri fedeli a tornare in Terra Santa e a contribuire alla ripresa delle attività lavorative.
Dopo il tragico evento del 7 ottobre, molti fratelli cristiani in Terra Santa hanno perso il lavoro, essendo le loro attività strettamente legate al turismo religioso e all’indotto dei pellegrinaggi. Come Ordine, abbiamo fatto tutto il possibile per fornire un sostegno straordinario, garantendo sostentamento e servizi essenziali ai nostri fratelli.
Credo fermamente che sia giunto il momento di una svolta. Andare in Terra Santa significa non solo visitare la terra resa sacra dalla presenza del nostro Signore, ma anche contribuire attivamente affinché i fratelli cristiani possano riavere un lavoro, sostenere le proprie famiglie e riacquistare la loro dignità di lavoratori.
Mi auguro che il nostro viaggio possa essere un potente stimolo per la ripresa dei pellegrinaggi, un raggio di speranza per una comunità che ha tanto sofferto.